Il corpus dei 16 cicli di “Tema con Variazioni” composti da Mozart per pianoforte rappresenta una parte importante della sua produzione pianistica: seconda, per quantità, solo al gruppo delle 18 Sonate.[1]
La forma del Tema con Variazioni non presenta le complessità strutturali della forma Sonata o del Rondò, in quanto il semplice modello formale del tema (normalmente in forma ABA o AB) viene sempre replicato in ciascuna Variazione. Sappiamo che Mozart spesso improvvisava su un dato tema in occasione di concerti pubblici, e sicuramente alcuni dei cicli di Variazioni da lui pubblicati sono derivati da improvvisazioni dal vivo.
Le prime Variazioni composte da Mozart risalgono al 1776, quando era un bambino di dieci anni, mentre le Variazioni K 613 sono state scritte nel 1791, pochi mesi prima della morte. L’ascolto dell’integrale delle Variazioni di Mozart ci permette, quindi, di apprezzare la sua evoluzione stilistica e la crescente finezza con cui i temi vengono trattati e variati. Se nelle Variazioni giovanili i procedimenti di elaborazione del tema si limitano alla tradizionale elaborazione del ritmo e della melodia, lasciando inalterata la struttura armonica, nei lavori più maturi ogni singola Variazione rappresenta una diversa sfaccettatura emotiva del tema, con una crescente caratterizzazione drammatica di ogni elemento.
Ad esclusione delle Variazioni K 460, tutte le altre sono state pubblicate durante la vita di Mozart, probabilmente con la supervisione dell’autore, e sono quindi molto curate nella definizione dell’articolazione e delle dinamiche. Tuttavia, molta libertà rimane all’interprete per caratterizzare l’espressione di ciascun elemento melodico, vista anche la grande quantità di ritornelli presenti.
L’ordine in cui i cicli di Variazioni si susseguono in questi due CD è stato deciso accostando tonalità vicine e alternando brani con carattere e scrittura diversa, al fine di offrire un itinerario di ascolto vario e differenziato.
Le 12 Variazioni K 265 in do maggiore su Ah, vous dirai-je maman elaborano un tema molto popolare in Francia nella seconda metà del 1700, oggi più noto nella versione inglese “Twinkle Twinkle Little Star”. Le Variazioni sono dedicate alla pianista Josepha von Auernhammer. La casa editrice Artaria, presso cui la pianista lavorava, ha pubblicato il ciclo nel 1785. Il tema è esposto da Mozart nella versione più semplice possibile, solo con melodia e basso in un ritmo regolare di semiminime, ma le Variazioni che seguono presentano una notevole intensificazione della scrittura e della velocità. Pur essendo spesso studiate dai giovani pianisti, queste Variazioni richiedono una particolare perizia tecnica ed espressiva, per rendere adeguatamente le finezze della scrittura e lo slancio virtuosistico.
Un altro ciclo particolarmente celebre è quello delle 10 Variazioni K 455 in sol maggiore sul tema Unser dummer Pöbel meint, tratto dall’opera di Gluck “Die Pilger von Mekka”, e che fu rappresentata a Vienna nel 1784. Durante la sua permanenza a Vienna, Gluck assistette ad un concerto di Mozart, il quale in suo omaggio improvvisò delle Variazioni su questo stesso tema, probabilmente molto simili a quelle che furono pubblicate pochi mesi dopo, nell’agosto 1784. Si tratta di uno dei cicli più ricchi e interessanti per varietà della scrittura, immaginazione timbrica e vitalità musicale.
Le Variazioni K 573 in re maggiore sono basate sul Minuetto di una Sonata per violoncello e basso continuo di Jean Pierre Duport, maestro di cappella alla corte del re di Prussia Federico Guglielmo II. Mozart le compose nel 1789, in occasione di un suo viaggio a Berlino, e Artaria le pubblicò nel 1791. È uno dei cicli più riusciti e rappresenta pienamente le caratteristiche del più maturo linguaggio pianistico mozartiano, ricco di cromatismi e rapidi sbalzi emotivi, specie nella Variazione in re minore e nell’Adagio.
Nel marzo 1766 Mozart intraprese assieme al padre Leopold un viaggio in Olanda, durante il quale compose la 8 Variazioni K 24 in sol maggiore. Il tema è Laat Ons Juichen, Batavieren!, canzone di Christian Ernst Graaf, maestro di cappella del principe Guglielmo V di Orange, scritta per celebrare la sua incoronazione avvenuta proprio nel 1766. Si tratta di uno dei brani più interessanti tra quelli del Mozart bambino, e già troviamo qui la vitalità ritmica e l’inventiva melodica che rendono inconfondibile la scrittura mozartiana.
Le 9 Variazioni K 264 in do maggiore sull’Arietta Lison dormait, dal secondo atto dell’opera “Julie” del compositore francese Nicolas Dezède, risalgono al 1778, quando Mozart si trovava a Parigi, dove probabilmente conobbe Dezède di persona. Il tema è uno dei più elaborati tra quelli scelti da Mozart per i suoi cicli di Variazioni, e dà luogo ad una notevole varietà di elaborazioni, culminanti nel bellissimo Adagio che precede il ritorno del tema, in coda alle Variazioni.
Ancora di ispirazione francese sono le 8 Variazioni K 352 in fa maggiore, sul Coro Dieu d’amour dall’opera“Les marriages samnites” di André Erneste Modeste Grétry. Composte probabilmente a Vienna nel 1781, le Variazioni fanno largo uso contrasti dinamici, cromatismi e dissonanze per caratterizzare ciascuna elaborazione del tema. La Variazione n. 5, in fa minore, è di notevole spessore poetico, nella sua espressione desolata e tragica. I tratti virtuosistici sono presenti nella Variazione n. 6, che prescrive rapidi incroci di mani, e nel rapido Finale in 3/8.
Johann Christian Fischer era un oboista e compositore tedesco residente a Londra, che Mozart aveva conosciuto in Olanda nel 1766. Dall’ultimo movimento del suo Concerto per oboe e orchestra (1768) è tratto il Minuetto che fa da tema alle 12 Variazioni K 179 in do maggiore. Pur trattandosi ancora di un’opera giovanile (risale al 1774), questo rappresenta il primo importante lavoro pianistico di Mozart. Sappiamo dalle sue lettere che egli amava particolarmente questo ciclo, e lo suonò più volte in concerto. La scrittura è molto virtuosistica e ci può dare un’idea del tipo di pianismo che il giovane Mozart sapeva sfoggiare nelle sue esibizioni pubbliche.
Uno dei migliori amici di Mozart negli ultimi anni della sua vita fu il cantante e compositore bohemo Benedikt Schack (1758 - 1826), che cantò il ruolo di Tamino nella prima esecuzione del Flauto magico. Schack compose anche diverse opere in cui si trovano anche alcuni brani scritti per lui dallo stesso Mozart. Le 8 Variazioni K 613 in fa maggiore usano il Lied Ein Weib ist das herrlichste Ding tratto dal Singspiel “Der dumme Gärtner”, che fu messo in scena dallo stesso Emanuel Schikaneder che aveva scritto il libretto e curato la prima rappresentazione del Flauto Magico di Mozart. Una lettera scritta a Schack dalla vedova di Mozart, Constanze, conferma la grande amicizia tra i due: “Non mi viene in mente nessun altro che conosceva Wolfgang meglio di te, o al quale egli fosse più legato”. Queste Variazioni, scritte tra il marzo e l’aprile 1791, sono l’ultimo brano pianistico importante composto da Mozart. Il tema vero e proprio è preceduto da una introduzione di otto battute che torna prima di ogni Variazione, anche essa gradualmente sempre più elaborata. Nella Coda, il tema riappare nella sua versione originale, per poi congedarsi in modo del tutto antiretorico, “in punta di piedi”.
Il semplice tema delle 12 Variazioni K 500 in si bemolle maggiore (pubblicate nel 1786) non è attribuito ad alcun compositore, e potrebbe essere stato scritto dallo stesso Mozart. Brevissimo, e di struttura molto semplice e simmetrica, è di carattere umoristico e ironico, accentuato dai brevi e ripetuti trilli, che poi ritornano a mani incrociate nella Variazione n. 10, oltre che nella finale riapparizione del tema.
Le 12 Variazioni K 354 in mi bemolle maggiore hanno per tema l’Aria Je suis Lindor, dall’operetta comica “Le barbier de Séville” (1775) del compositore francese Antoine Laurent Baudron (1742‐1834). Je suis Lindor (“Io sono Lindor”) è il secondo distico dell’aria del Conte, in cui egli dichiara la sua presunta identità all’amata Rosina.
Scritte nel 1788 a Parigi, queste Variazioni sono uno dei cicli più ambiziosi e impegnativi, in cui il carattere buffo del tema dà modo a Mozart di sfoderare un vasto repertorio di trovate strumentali: trilli, incroci di mani, ottave spezzate, fino alle scale rapidissime della Variazione 8, che sono uno dei culmini virtuosistici della scrittura pianistica mozartiana.
Il Coro Salve tu, Domine, dall’opera “I Filosofi immaginarii” di Paisiello è il tema delle 6 Variazioni K 398 in fa maggiore. Mozart improvvisò su questo tema (e su quello di Gluck delle Variazioni K 455) in un concerto pubblico al cospetto dell’Imperatore, a Vienna il 23 Marzo 1783, anno di pubblicazione di queste Variazioni. Anche questo ciclo è di carattere spiccatamente umoristico, e sfrutta soluzioni pianistiche insolite, come i salti a mani alternate nella Variazione n. 2, i trilli continui della Variazione n. 5, e i rapidissimi arpeggi per moto contrario della Variazione n. 6.
Le 12 Variazioni K 353 in mi bemolle maggiore furono composte a Parigi nel 1778, usando come tema una delle canzoni più popolari dell’epoca in Franca: La belle françoise. A differenza dei precedenti cicli, qui Mozart sfrutta più l’aspetto lirico del tema, sviluppandolo in varie elaborazioni che ne esaltano il cadenzato profilo, anche attraverso appoggiature cromatiche e inversioni melodiche. Brillantissimo, per contro, il finale, Presto, che lascia il posto al ritorno conclusivo del tema stesso.
Dal secondo movimento della Sonata per violino e pianoforte K 547 deriva il Tema con Variazioni K. 54 (Anh. 138a) in fa maggiore. Nell’autografo per pianoforte manca la Variazione n. 4 della versione per violino e pianoforte, che è quindi qui stata omessa. Composte nel 1788, queste Variazioni mostrano uno stile maturo e un grande quantità di nuances espressive, specialmente nella Variazione in fa minore.
Antonio Salieri, compositore italiano di grande successo a Vienna, è l’autore del tema scelto da Mozart per le 6 Variazioni K 180 in sol maggiore, sull’aria Mio caro Adone, dal Finale dell’opera “La fiera di Venezia”, che fu rappresentata a Vienna più volte a partire dal 1772. Composte nel 1773 e pubblicate nel 1778, le Variazioni elaborano il carattere di origine del tema, chiosandolo con numerosi sforzati, appoggiature e contrasti dinamici.
Le 7 Variazioni K 25 in re maggiore furono scritte (come le K 24) da Mozart a 10 anni durante il suo viaggio in Olanda. Il tema è la canzone Willem van Nassau, particolarmente popolare in Olanda all’epoca del principe Guglielmo di Nassau. Il padre di Mozart, che viaggiava con il figlio e di fatto agiva come suo impresario, riuscì a fare pubblicare le Variazioni in Olanda quando erano ancora in corso i festeggiamenti per la sua incoronazione.
Il Tema con 2 Variazioni K 460 in la maggiore sull’Aria Come un agnello dall’opera “Tra i due litiganti il terzo gode” di Giuseppe Sarti, è l’inizio di un ciclo incompiuto, in quanto il manoscritto di Mozart si ferma alla seconda variazione. Esiste, su questo tema, un’altra partitura con 8 Variazioni, pubblicata a nome di Mozart da Artaria nel 1802, ma la moderna musicologia ha accertato che è stata composta da un altro compositore (potrebbe essere lo stesso Sarti). Mozart incontrò Sarti a Vienna nel 1784 e improvvisò in suo onore delle Variazioni su un suo tema.
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In questa incisione ho mantenuto l’approccio già adottato con le Sonate di Mozart, con una particolare attenzione al rispetto della pronuncia di ogni elemento. Il rischio principale nell’interpretazione di questo repertorio, del resto, è nella ripetitività, in quanto il discorso musicale mozartiano non presenta la complessità e la lunghezza di ampio raggio che possiamo invece trovare nelle Sonate o nei Rondò. Il clima emotivo delle Variazioni tende quasi sempre al faceto o all’umoristico, e non è un caso che tutte le Variazioni siano in tonalità maggiore. Ho quindi voluto accentuare il senso retorico di ciascun elemento ritmico o melodico, spesso evidenziando anche le parti secondarie, a creare un dialogo serrato e a tratti umoristico tra le voci, grazie anche ai preziosi consigli del M° Mattia Rondelli, che mi ha assistito durante tutte le sessioni di registrazione.
Ho cercato di caratterizzare ogni Variazione con un “colore” pianistico specifico, sfruttando la grande ricchezza di sfumature e dinamiche offerta dal gran coda Fazioli F 278. Anche in questa incisione il pianoforte è stato accordato con il temperamento inequabile Vallotti, lo stesso usato per la mia incisione delle Sonate di Mozart. Con questa accordatura, molto diffusa all’epoca di Mozart, il colore specifico di ogni tonalità risalta nei punti in cui, all’interno di un ciclo di Variazioni, si passa a una tonalità diversa da quella di impianto, specie nei casi in cui si passi al modo minore (come il mi bemolle minore nella Variazione K 354 n. 9 e K 353 n. 9, o il si bemolle minore nella Variazione K 500 n. 7). Qui, grazie all’accordatura inequabile, si percepisce un senso di precarietà o di essere finiti in un luogo “sbagliato”, vista la distanza timbrica rispetto alla tonalità di base in cui il ciclo di Variazioni è scritto.
L’uso del pedale di risonanza non è mai indicato da Mozart in partitura, e le Variazioni giovanili sono state scritte in un’epoca in cui i fortepiani non erano sempre dotati del pedale di risonanza. Per questa ragione ho preferito ridurre al minimo l’uso del pedale, prediligendo un tocco asciutto, con una grande varietà di staccati, e cercando una chiarezza di pronuncia vicina a quella che si ottiene al fortepiano, così da poter meglio evidenziare le tante varietà di articolazione che sono indicate con grande precisione in queste partiture.
Registrare questa musica è stata un’esperienza di scoperta e anche di entusiasmante divertimento nell’esplorare le tante sfumature dell’umorismo mozartiano. Spero che tutto questo possa arrivare anche a voi ascoltatori.
Roberto Prosseda
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The corpus of 16 cycles of "Theme with Variations" composed by Mozart represents an important part of his piano production: second, in quantity, only to the group of 18 Sonatas. The Theme with Variations form does not present the structural complexity of Sonata or Rondò form, as the simple formal model of the theme (usually in ABA or AB form) is always kept in each Variation. We know that Mozart often improvised on a given theme at public concerts, and surely some of the cycles of Variations he published are derived from live improvisations.
The first Variations composed by Mozart date back to 1776, when he was a ten-year-old boy, while Variations K 613 were written in 1791, a few months before his death. Listening to the complete Variations by Mozart, therefore, allows us to appreciate his stylistic evolution and the growing finesse with which the themes are treated and varied. If in the youthful Variations the theme elaboration procedures are limited to the rhythm and the melody, leaving the harmonic structure unchanged, in the more mature works each single Variation shows a different emotional facet of the theme, with a growing dramatic characterization of each element.
With the exception of the Variations K 460, all the others were published during Mozart's lifetime, probably with the author's supervision, and are therefore very accurate in defining the articulation and dynamics. However, much freedom remains for the interpreter to characterize the expression of each melodic element, also given the large number of repeats present in the score. The order of the cycles of Variations on these two CDs has been chosen by juxtaposing closely related keys, and alternating pieces with different character and writing, in order to offer a varied and differentiated listening experience.
The 12 Variations K 265 in C major on Ah, vous dirai-je maman elaborate a very popular theme in France in the second half of the 1700s, better known today in the English version “Twinkle Twinkle Little Star”. The Variations are dedicated to the pianist Josepha von Auernhammer. The Artaria publishing house, where shepianist worked, published the cycle in 1785. The theme is introduced in the simplest possible version, with only the melody and bass in a regular quarter note rhythm, but the following Variations present a remarkable intensification of writing and speed. Although often studied by young pianists, these Variations require refined technical and expressive skills in order to adequately render the finesse of the writing and the virtuosic momentum.
Another particularly famous cycle is that of the 10 Variations K 455 in G major on the theme Unser dummer Pöbel meint, taken from Gluck's opera "Die Pilger von Mekka", which was performed in Vienna in 1784. During his stay in Vienna, Gluck attended a concert by Mozart, who in homage to him improvised Variations on this same theme, probably very similar to these, that were published a few months later, in August 1784. It is one of the richest and most interesting for variety of writing, tonal imagination and musical vitality.
The Variations K 573 in D major are based on the Minuet from a Sonata for Cello and Basso Continuo by Jean Pierre Duport, Kapellmeister at the court of King of Prussia, Frederick William II. Mozart composed them in 1789, on the occasion of his trip to Berlin, and Artaria published them in 1791. It is one of the most successful cycles and fully represents the characteristics of Mozart's more mature piano language, rich in chromaticism and rapid emotional leaps, especially in the Variation in D minor and in the Adagio.
In March 1766 Mozart undertook a trip to Holland, with his father Leopold. During this trip, he composed the 8 Variations K 24 in G major. The theme is Laat Ons Juichen, Batavieren!, a song by Christian Ernst Graaf, Kapellmeister of Prince William V of Orange, written to celebrate his coronation which took place in 1766. It is one of the most interesting songs among those of the Mozart was a child, and here we already find the rhythmic vitality and melodic inventiveness that make Mozart's writing unmistakable.
The 9 Variations K 264 in C major are on the Arietta Lison dormait, from the second act of the opera “Julie” by the French composer Nicolas Dezède. This cycle dates back to 1778, when Mozart was in Paris, where he probably met Dezède in person. The theme is one of the most elaborate among those chosen by Mozart for his cycles of Variations, and gives rise to a remarkable variety of elaborations, culminating in the beautiful Adagio.
Also of French inspiration are the 8 Variations K 352 in F major, on the Choir Dieu d'amour from the opera “Les marriages samnites” by André Erneste Modeste Grétry. Probably composed in Vienna in 1781, the Variations make extensive use of dynamic contrast, chromaticism and dissonances to characterize each elaboration of the theme. Variation no. 5, in F minor, is of considerable poetic depth, in its desolate and tragic expression. Virtuoso writing is present in the Variation n. 6, which prescribes quick crossing of hands, and in the quick Finale in 3/8.
Johann Christian Fischer was a German oboist and composer living in London, whom Mozart had met in Holland in 1766. From the last movement of his Concerto for oboe and orchestra (1768) is taken the Minuet which is the theme for the 12 Variations K 179 in C major. Although still an early work (dating from 1774), this represents Mozart’s first important piano work. We know from his letters that he was especially fond of this cycle, and played it several times in concert. The writing is very virtuosic and can give us an idea of the kind of pianism that the young Mozart knew how to show off in his public performances.
One of Mozart’s best friends in the last years of his life was the bohemian singer and composer Benedikt Schack (1758 - 1826), who sang the role of Tamino in the first performance of The Magic Flute. Schack also composed several works in which there are also some pieces written for him by Mozart himself. The 8 Variations K 613 in F major use the Lied Ein Weib ist das herrlichste Ding taken from the Singspiel “Der dumme Gärtner”, which was staged by Emanuel Schikaneder himself who had staged Mozart’s Magic Flute. A letter written to Schack by Mozart’s widow, Constanze, confirms the great friendship between the two: “I can't think of anyone else who knew Wolfgang better than you, or to whom he was more attached”. These Variations, written between March and April 1791, are the last major piano piece composed by Mozart. The actual theme is preceded by an eight-bar introduction which returns before each Variation, gradually more and more elaborated. In the Coda the theme reappears in its original version, to then take its leave in a completely anti-rhetorical way, “on tiptoe”.
The simple theme of the 12 Variations K 500 in B flat major (published 1786) is not attributed to any composer, and may have been written by Mozart himself. Very short, and with a very simple and symmetrical structure, it has a humorous and ironic character, accentuated by the quirky trills, which then return with crossed hands in Variation n. 10, and in the final reappearance of the theme.
The 12 Variations K 354 in E flat major are based on the Aria Je suis Lindor” , from the comic operetta “Le barbier de Séville” (1775) by the French composer Antoine Laurent Baudron (1742-1834). Je suis Lindor”(“I am Lindor”) is the second couplet of the Count’s aria, in which he declares his presumed identity to his beloved Rosina. Written in 1788 in Paris, these Variations are one of the most ambitious and demanding cycles, in which the comic nature of the theme gives Mozart the opportunity to unleash a vast repertoire of instrumental inventions: trills, crossing of hands, broken octaves, up to the very rapid scales of the VariationNo. 8, which are one of the virtuosic peaks of Mozart's piano writing.
The Choir “Salve tu, Domine”, from the opera “I Filosofi Immaginarii” by Paisiello, is the theme of the 6 Variations K 398 in F major. Mozart improvised on this theme (and on Gluck’s Variations K 455) in a public concert in the presence of the Emperor, in Vienna on 23 March 1783, the year of publication of these Variations. This cycle too has a distinctly humorous character, and exploits unusual piano solutions, such as the jumps for alternate hands in Variation no. 2, the continuous trills of Variation no. 5, and the very fast contrary motion arpeggios of Variation no. 6.
The 12 Variations K 353 in E flat major were composed in Paris in 1778, using one of the most popular songs of the time in France as the theme: La belle françoise. Unlike the previous cycles, here Mozart exploits more the lyrical aspect of the theme, developing it in various elaborations that enhance its cadenced profile, also through chromatic appoggiaturas and melodic inversions. On the other hand, the finale, Presto, is very brilliant, giving way to the final return of the theme itself.
From the second movement of the Sonata for violin and piano K 547 comes the Theme with Variations K. 54 (Anh. 138a) in F major. In the autograph for piano the Variation no. 4 of the version for violin and piano, which has therefore been omitted here. Composed in 1788, these Variations display a mature style and a great deal of expressive nuances, especially in the F minor Variation.
Antonio Salieri, an Italian composer of great success in Vienna, is the author of the theme chosen by Mozart for the 6 Variations K 180 in G major, on the aria Mio caro Adone, from the Finale of the opera “La Fiera di Venezia”, which was performed in Vienna several times starting from 1772. Composed in 1773 and published in 1778, the Variations elaborate on the character of origin of the theme, annotating it with numerous sforzatos, appoggiaturas and dynamic contrasts.
The 7 Variations K 25 in D major were written (like the K 24) by Mozart at the age of 10 during his trip to Holland. The theme is the song Willem van Nassau, particularly popular in Holland at the time of Prince William of Nassau. Mozart’s father, who traveled with his son and effectively acted as his impresario, managed to get the Variations published in Holland while the festivities for his coronation were still underway.
The Theme with 2 Variations K 460 in A major on the Aria Come un agnello from the opera “Tra i due litiganti il terzo gode” by Giuseppe Sarti, is the beginning of an unfinished cycle, as Mozart's manuscript stops at the second variation. There is, on this theme, another score with 8 Variations, published in Mozart's name by Artaria in 1802, but modern musicology has ascertained that it was composed by another composer (it could be Sarti himself). Mozart met Sarti in Vienna in 1784 and improvised in his honor Variations on a theme by him.
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In this recording I have maintained the approach already adopted with Mozart’s Sonatas, giving particular attention to the pronunciation of each element. In the Variations, Mozart’s musical discourse does not present the complexity and wide-ranging length that we can instead find in the Sonatas or Rondò, so it is very important to take opportunity of all the occasions to underline the expressive variety of the writing. The character of the Variations usually always tends towards the humorous side, and it is no coincidence that all the Variations are in a major key.
I therefore wanted to accentuate the rhetorical sense of each rhythmic or melodic element, often also highlighting the secondary voices, to create a close and sometimes humorous dialogue between the voices, thanks also to the precious advice of Maestro Mattia Rondelli, who assisted me during all recording sessions.
I have tried to characterize each Variation with a specific timbre, exploiting the great richness of nuances and dynamics offered by the Fazioli F 278 grand piano. The piano has been tuned with the unequal Vallotti temperament, the same used for the my recording of Mozart's Sonatas. With this tuning, very widespread in Mozart’s time, the specific color of each key stands out at the points where, within a cycle of Variations, there is key change, especially when modulating in the minor keys (such as E flat minor in Variations K 354 no. 9 and K 353 no. 9, or B flat minor in Variation K 500 no. 7). Here, thanks to the unequal tuning, one perceives a sense of precariousness, or of having ended up in a “wrong” place, given the distance from the main key.
The use of the sustaining pedal is never indicated by Mozart in the score, and the early Variations were written at a time when fortepianos often did not always have a sustaining pedal. For this reason I have preferred to minimize the use of the pedal, preferring a dry touch, with a great variety of staccatos. I looked for a clarity of pronunciation close to that obtained on the fortepiano, to better highlight the many varieties of articulation that are indicated with great detail in these scores.
Recording this music has been an experience of discovery and of exhilarating fun in exploring the many nuances of Mozart’s humour. I hope that all of this can also reach you listeners.
Roberto Prosseda
[1] Per completezza, dovremmo considerare tra le Variazioni anche due movimenti delle Sonate: il primo movimento della K 331 in la maggiore e il terzo movimento della K 284 in re maggiore, che rappresentano due dei più mirabili esempi della maestria mozartiana in questo genere musicale.