ll 40enne italiano, noto per la sua passione per il pedal piano, ha fatto un altro tentativo di inserire nella sua interpretazione tutto ciò che si poteva trovare nelle dichiarazioni di Mozart tramandateci, negli autografi e nelle prime edizioni e nelle nostre conoscenze sull'esecuzione storica: pratiche e strumenti. E questo lo ha portato a una performance che si basa, senza compromessi rispetto a tutti i suoi predecessori, su articolazione e fraseggio sensibili, colori, agilità e flessibilità. Lo strumento da lui scelto non è però un fortepiano storico, ma un pianoforte a coda Fazioli del 2015, delicatamente accordato in uno dei temperamenti disuguali storici, che gli ha permesso di realizzare sorprendentemente bene la scrittura pianistica di Mozart in modo snello, con un'estrema ricchezza di sfumature e un piano morbido fino a un pianissimo simile al respiro. Così, ha realizzato un'interpretazione di queste 6 opere dell'adolescente di Salisburgo che è libera dalla rigidità professorale o storicizzante, ma ancor meno dall'ideologia intelligente "moderna". Al contrario, ho l'impressione che, qui, si sia riusciti a trasmettere più viva e potente che mai tutta la ricchezza musicale di queste Sonate. Prosseda rimane sempre fedele al testo, ma lo presenta con una tavolozza di colori applicata in modo entusiasmante e fantasioso e che apre costantemente nuove prospettive: Una registrazione che deve diventare un nuovo riferimento.
Ingo Harden